Premessa
Altro itinerario ad alta gradazione alcolica. Le valli e le colline racchiuse nel triangolo con ai vertici i paesi di Vrtojba, Bilje e Bukovica (Nova Gorica, Slovenia) sono totalmente ricoperte da filari di vite; una sorta di Langhe in miniatura .
Alcuni vigneti sono talmente ben curati dai loro proprietari che danno l’idea di essere dei giardini
e non semplici pendii coltivati a vite.
Durante il primo conflitto mondiale questi luoghi sono stati teatro di aspri combattimenti tra gli eserciti italiano e austro-ungarico per ben 14 mesi tra la fine del 1915 e l’inizio del 1917 (7a, 8a e 9a battaglia dell’Isonzo). Il paese di
Vrtojba fu duramente colpito: centinaia di famiglie fuggite altrove, il 4% della popolazione morì, entrambe le chiese del paese distrutte. Subito dopo la Prima guerra mondiale l’area di Vrtojba era in territorio italiano; gli italiani chiamarono il paese Camposanto per la presenza di almeno 12 cimiteri di guerra. Nel 1928 le spoglie di almeno 3300 soldati vennero riesumate e portate nel cimitero centrale di Vrtojba. Nel 1938 le autorità italiane portarono le salme dei propri soldati nell’Ossario di Oslavia.
Oggi sono testimoni di quegli eventi i cartelli informativi in più lingue disseminati lungo il percorso del “
Pot Miru/Sentiero della Pace ed il solitario cimitero di guerra nei pressi del borgo di Bukovica .
L’itinerario qui presentato è solo una delle possibili proposte in quanto l’area collinare è attraversata da un reticolo di strade bianche, sterrate e tratturi solitamente in ottime condizioni ed in gran parte pedalabili.
Vi è anche un percorso vita con 16 punti ginnici dotati di attrezzi. Come materiale da costruzioni sono state utilizzate anche le pietre tombali dei soldati le cui spoglie mortali sono state traslate nel cimitero centrale di Vrtojba.
La bellezza di queste colline è tale che è stata immortalata in una delle scene del film “
Zoran, il mio nipote scemo . A Bukovica è nato lo stimato pittore e incisore sloveno Anton Zoran Mušič.


Galleria Fotografica

Mappa

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Altimetria



Descrizione
Qui di seguito vi forniamo alcune istruzioni per raggiungere il punto di partenza. Si entra in Slovenia dal valico confinario di San Pietro/Sempeter e ci si dirige verso il paese di Vrtojba. Appena sottopassato il viadotto dell’autostrada si incontrano le prime abitazioni del paese di Vrtojba e si imbocca a sx la via Pod Lazami. Percorsi circa 300 m si svolta alla prima a dx e dopo altri 100 m ecco a sinistra il primo parcheggio nei pressi di un parco giochi. Se non ci sono posti liberi, 250 m più avanti ce n’é un altro più ampio sulla destra.

Inforcata la bici ritorniamo sulla via Pod Lazami che percorriamo svoltando a dx; dopo 100 m ecco a dx via Laze, vero punto di punto di partenza di questo itinerario. Di fronte a noi una strettoia e la strada in ghiaia dalla quale ritorneremo per chiudere il circuito.
Procediamo su via Laze in salita che attraversa una bella zona residenziale con villette e case a schiera. Dopo poco meno di 200 metri “scolliniamo”, trascuriamo la diramazione di sinistra ed in breve arriviamo ad uno stop (km 0,6). Svoltiamo a dx e, tralasciando due diramazioni provenienti da destra, pedaliamo su questa via del paese di
Vrtojba che disegna una curva verso sinistra. Continuiamo a pedalare in piano su questa via fino al km 1,1 ove imbocchiamo a sx una strada bianca (cartello "Cesta na Cuklje") che in breve si inoltra tra le coltivazioni.
In leggera salita raggiungiamo una specie di sella dalla quale si dipartono due diramazioni: quella a sinistra entra nel bosco (più avanti diventa sentiero che si congiunge al percorso vita) mentre quella a destra raggiunge un’abitazione. Noi proseguiamo dritti per una cinquantina di metri e, appena usciti dalla vegetazione, abbandoniamo quest’ampia sterrata (km 1,4), svoltiamo repentinamente a dx, innestiamo un rapporto molto agile e affrontiamo il tratturo che risale la collina. Stiamo entrati nel magnifico scenario dei
vigneti di Vertojba-Bilje-Bukovica.
In cima a questo ripidissimo ma per fortuna breve tratturo ecco aprirsi il panorama sui vigneti
, sulla grande scritta “Tito” presente sul versante settentrionale del Monte Trstelj, sulla Torre panoramica di Cerje.
Proseguiamo in divertente saliscendi. Dopo la prima breve discesa trascuriamo le diramazioni di sinistra e destra e proseguiamo tenendo sempre le vigne alla nostra sinistra.
Al km 2,2 incontriamo due bivi uno di seguito all’altro: in entrambe di casi prendiamo la diramazione di dx e cambiamo versante. Ci ritroviamo in un altro bellissimo anfiteatro totalmente coperto da filari di vite
. Di fronte a noi la Torre panoramica di Cerje verso la quale dobbiamo puntare scendendo dritti su un tratturo che durante il periodo estivo risulta inerbato ma comunque sempre ben evidente. Dopo una diramazione a sinistra ed una a destra che trascuriamo, il tratturo svolta leggermente a destra. Se di fronte a noi vediamo un traliccio dell’alta tensione allora siamo sicuri di andare nella direzione giusta. Proseguiamo dritti e subito dopo incrociamo l’ampia strada bianca (km 2,8) che collega i paesi di Vrtojba e Bilje: svoltiamo a sx .
Procediamo in piano in direzione sud ed al km 3,4 abbandoniamo questa bella strada bianca e prendiamo a dx l’ampio tratturo che sale abbastanza ripido tra le vigne.
La salita termina dopo circa 300 m sotto il terrapieno di una casa colonica; proseguiamo per alcune decine di metri in piano quindi, dopo una curva verso destra, ci inerpichiamo per una cinquantina di metri. Una volta scollinati ci troviamo su un altro versante e la nostra vista viene nuovamente accontentata da un altro splendido scenario di vigneti ed edifici isolati.
Poco oltre la strada diventa asfaltata ed in falsopiano supera un’abitazione (km 4,1 - attenzione ai cani). Perdiamo leggermente quota e giungiamo ad uno spartitraffico nei pressi delle prime abitazioni del paese di
Vrtojba: prendiamo la diramazione di dx e proseguiamo dritti in salita per circa 100 m. Dopo lo scollinamento teniamo la dx in discesa su Ulica na Lokvi. Al km 5,0 giungiamo ad una piazzetta con al centro un pozzo: svoltiamo a dx e subito dopo a sx. Al successivo incrocio a T giriamo a dx su Ulica Zapucke che ha il fondo prima in cemento e poi in ghiaia. Questa bella strada bianca ci permette di risalire nuovamente le colline senza troppo faticare.
Nel punto in cui la bianca si infila in una specie di canalone coperto da alberi (km 5,5) svoltiamo a dx e pedaliamo nuovamente in mezzo alle vigne in leggera salita. Nel punto dello scollinamento trascuriamo la diramazione di destra, proseguiamo tenendo la sinistra e in leggera discesa giungiamo nel punto di incrocio di vari tratturi ove siamo già passati alcuni km fa (km 5,7): procediamo dritti e poi dx in discesa.
Questo tratturo corre in mezzo ad un canalino e si congiunge ad un tratturo molto più ampio che lambisce i vigneti: continuiamo in discesa che dopo un po’ si fa ripida
.
Proprio nel punto in cui termina la discesa imbocchiamo a dx (km 6,0) un bellissimo tratturo che prosegue in piano tra le vigne. Tutt’intorno lo scenario è magnifico
. Al km 6,6 questo panoramico tratturo svolta a sinistra e si dirige verso alcune costruzioni d’uso agricolo in prossimità delle quali incrociamo un’ampia strada bianca: svoltiamo a sx. Notiamo di fronte a noi la sagoma del Monte Santo . Tralasciamo la prima diramazione di destra e imbocchiamo la seconda (km 6,8) che sale ripida tra i vigneti verso la parte alta della collina . La dura salita termina al km 7,2 ove la sterrata compie una curva a gomito verso sinistra.
Soffermiamoci un attimo ed ammiriamo il vastissimo panorama che spazia dal Monte Cavallo alle Prealpi Carniche e Giulie, dal Monte Santo alle alture della Selva di Tarnova, dal Monte Nanos al Monte Trstelj. Poche decine di metri più avanti notiamo sulla destra un paletto con le indicazione del
“Pot Miru” (Sentiero della Pace) : svoltiamo decisamente a dx in ripida discesa (attenzione al fondo inerbato che può nascondere insidie) .
Quasi in fondo alla discesa (km 7,5) ecco sulla sinistra qualcosa di inaspettato: semi-nascosto tra le vigne un
cimitero militare della Prima guerra mondiale in cui sono sepolti 282 soldati austro-ungarici .
Risaliamo la collina sfruttando il tratturo che corre parallelo al lato destro del cimitero. E’ ripidissimo e solo i più allenati saranno in grado di percorrerlo in sella alla mtb. Fortunatamente dobbiamo spingere la bici per soli 150 m allo scopo di innestarci su un tratturo inizialmente ripido ma pedalabile che seguiamo verso sx-dritti. Alcuni segni gialli e rossi sul terreno ci dicono che stiamo andando nella direzione giusta. Infatti in breve ritorniamo nel punto dal quale siamo scesi verso il cimitero (km 7,9).
Raggiunto il tratturo che percorre il crinale della collina svoltiamo a dx e ci dirigiamo verso uno dei punti più caratteristici di questo itinerario: una panchina sotto un albero sull’altura di
Martinjak dalla quale si gode un panorama a 360 gradi e che tanto ricorda la poesia “L’infinito” di G. Leopardi (km 8,0) .
Proseguiamo su questo tratturo e dopo aver percorso 200 m in ripida discesa ed altrettanti in impegnativa salita incontriamo una sterrata più ampia proveniente da destra (km 8,4): giriamo a sx in discesa.
Il tratturo che stiamo percorrendo “separa” le vigne dal bosco ed è caratterizzato da 4 discese e 4 salite mediamente impegnative
; esso domina le colline coperte di vigneti e consente di avere un’ampia visuale sulla conca di Gorizia e Nova Gorica. Al termine del quarto e ultimo strappo (km 9,1) il tratturo proseguirebbe in ripidissima e dissestata discesa; noi invece imbocchiamo a dx una sterrata dal fondo in ghiaia (cartello del percorso vita). Il primo tratto di questa pista in ghiaia corre in discesa quindi prosegue in leggera salita al termine della quale si tralasciano due diramazioni proveniente da destra e si prosegue verso sx in leggera ascesa. Poche decine di metri dopo lo scollinamento abbandoniamo la principale che scende (km 9,5) e prendiamo la seconda diramazione di dx che sale ripidamente curvando verso sinistra.
La ripida rampa (100 m) termina in prossimità del cancello d’ingresso di un oliveto. Questa bella strada bianca procede in saliscendi (siamo su una delle sezioni del percorso vita) e ci offre altri splendidi scorci panoramici su Gorizia e Nova Gorica, i colli che le circondano e l’arco alpino.
In prossimità di un’abitazione raggiungiamo un incrocio a T (km 10,2): svoltiamo a dx. La strada bianca su cui stiamo pedalando immersi nel bosco ci porterà in cima al colle Sveti Ot.
Al km 10,7 siamo ad un trivio: imbocchiamo la diramazione centrale. Subito troviamo una tabella raffigurante la mappa del
sentiero didattico forestale “Gozdna ucna pot Sveti Ot” . Questo bel sentiero, che percorriamo trascurando le diramazioni che scendono verso sinistra, ci fa scoprire 16 varietà di alberi contrassegnati da lunghe tabelle in legno. Dopo alcuni brevi e divertenti strappetti giungiamo ad una scalinata ricavata nel terreno (km 10,9) che ci porterà in cima allo Sveti Ot: bici in spalla e saliamo. Circa a metà della scalinata attraversiamo una strada bianca che, dopo aver esplorato la cima del colle, percorreremo in discesa per continuare il nostro itinerario.
Lo
Sveti Ot porta il nome del Santo Ottone, ossia Otto, ed in passato accoglieva l’omonima chiesetta. Durante l’autunno del 1916 l'edificio fu usata dall’armata austro-ungarica come struttura di difesa. I resti della chiesa sono stati sostituiti in tempi recenti da un monumento in pietra in onore dei partigiani caduti nell’autunno del 1943 . Tutt’oggi è un magnifico piazzale panoramico sovrastante i boschi dei colli di Vrtojba e Bilje.
Scendiamo rapidamente lungo la strada bianca cui facevamo cenno poco fa
e proseguiamo in direzione nord lungo un’altra sterrata più ampia proveniente da sinistra.
In breve giungiamo al trivio di prima (km 11,1) dove procediamo dritti. Ripercorriamo a ritroso la strada bianca che ci ha portato in cima allo Sveti Ot ed all’altezza di un’abitazione sulla sinistra (km 11,6) continuiamo dritti in discesa su asfalto. Dopo alcune centinaia di metri giungiamo al punto di partenza del percorso vita (km 12,2 - parcheggio, tavolo con panche, tabella informativa). Continuiamo dritti in piano imboccando la strada bianca di fronte a noi che dopo 300 m ci porta a chiudere questo spettacolare circuito (km 12,4).