Premessa
Possiamo considerare questo itinerario come urbano in quanto risale i colli posti al centro o ai margini dei centri abitati di Gorizia e Nova Gorica.
Interessanti il colle del
Castello di Gorizia e il colle del Santuario della Beata Vergine della Castagnavizza dal punto di vista storico, il colle del Mark per il panorama , il bosco e i rilievi del bosco del Panovec e il parco di villa Lasciac dal punto di vista botanico.


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Descrizione
Punto di partenza di questo itinerario è la splendida Piazza Sant'Antonio , nel centro storico di Gorizia. Le fanno da cornice un arioso colonnato (un tempo appartenente al chiostro di un convento fondato, come vuole la leggenda, da Sant'Antonio da Padova nel III secolo), Palazzo dei Baroni Lantieri (vi soggiornarono Napoleone, Metastasio, Pio VI, Casanova e Carlo Goldoni) e il Palazzo dei Conti di Strassoldo (che oggi ospita l'hotel Entourage).
Dando le spalle al colonnato precediamo verso sinistra e ci dirigiamo verso
Piazza Cavour sulla quale si affaccia il Palazzo degli Stati Provinciali, che ora ospita la Questura , mentre da una piazzetta retrostante si accede al Duomo di Sant'Ilario e Taziano . In fondo alla piazza, nell'angolo destro, imbocchiamo Via Rastello, all'inizio della quale troviamo la bella statua del filosofo Carlo Michelstaedter . La presenza di questo importante uomo di cultura goriziano ci accompagnerà, come vedremo più avanti, durante questo ed altri itinerari del sito. Percorriamo per circa un centinaio di metri via Rastello, importante via commerciale un tempo ricca di botteghe artigiane, quindi svoltiamo a destra (0,3 km) nella stretta e ripida Via Cocevia , zona dell'antico ghetto ebraico di Gorizia. Terminata la breve salita , un centinaio di metri in discesa ci consentono di raggiungere lo stop su viale D'Annunzio (km 0,5). Svoltiamo a sinistra e affrontiamo la splendida erta che ci condurrà sotto le mura del castello .
Al km 0,8 attraversiamo la
porta Leopoldina ed entriamo in Borgo Castello. Poche decine di metri dopo l'ingresso svoltiamo a sinistra e subito dopo imbocchiamo a destra la bella Via Borgo Castello su cui si affacciano edifici storici e portici sul lato destro, una taverna e l'edificio seicentesco dei conti Formentini sede del prestigioso Museo della Grande Guerra e la piccola Chiesa di Santo Spirito sul lato sinistro. Continuiamo dritti ancora in salita verso le mura del Castello medioevale (visitabile) fino alla porta d'ingresso del maniero (km 1,0) sovrastata dalla statua raffigurante il leone di san Marco, simbolo della Serenissima. L'area all'interno della cerchia più esterna delle mura del castello è decisamente particolare in quanto, benché sia la più antica della città, è comunque un luogo aperto dal quale si godono ampie vedute verso tutti i punti cardinali.
Giriamo la bicicletta e iniziamo a scendere. In basso a sinistra notiamo il Piazzale Seghizzi, recentemente ristrutturato ed in grado di ospitare spettacoli all’aperto, da cui si gode una bella vista dei colli su cui tra poco saliremo
. Appena superata la Chiesa di Santo Spirito svoltiamo a destra in ripida discesa. Dopo un centinaio di metri giungiamo su un ampio piazzale, ben ombreggiato da alcuni pini marittimi , dal quale si gode un bel panorama del centro cittadino . Procediamo verso sinistra e dopo altri 100 m ecco chiudersi il piccolo circuito all'interno delle mura del castello.
Scendiamo tenendo la destra (se passiamo sotto un arco accorciamo di qualche metro...) ed usciamo dalla cinta attraverso la porta Leopoldina (km 1,4). Scendiamo ancora per pochi metri e svoltiamo a sinistra, in discesa, lungo Via del Colle. Dopo circa 150 m, nel punto in cui la strada si restringe, giriamo a sinistra e scendiamo ancora più ripidamente lungo Salita Monteverde. Allo stop in fondo alla discesa (km 1,8) svoltiamo a destra.
Pedaliamo per poche decine di metri quindi imbocchiamo a sinistra, dopo l’aiuola spartitraffico, la prosecuzione di Via Giustiniani. Giungiamo così all’incrocio con Via Alviano: svoltiamo a sinistra, passiamo sotto la pensilina dell’ex valico confinario italiano della
Casa Rossa ed entriamo in Slovenia (km 1,9).
Entriamo in una rotatoria e prendiamo la seconda uscita. Pedaliamo per circa 500 m e proprio sotto al cavalcavia (km 2,8) imbocchiamo a dx un viottolo. Appena superato un canale ecco alla nostra sinistra l'area del suggestivo
cimitero ebraico di Rozna Dolina (Valdirose) nel quale è deposta la salma del filosofo goriziano Carlo Michelstaedter . Il viottolo termina su un marciapiede che percorriamo, procedendo verso sx in contromano rispetto al flusso veicolare, fino a pochi metri prima di un grosso cartello stradale (km 3,0; noi ne vediamo la parte posteriore). Sul lato opposto della strada sul cui marciapiede stiamo pedalando notiamo una stradina con un segnale di stop: facendo molta attenzione scendiamo dal marciapiede, attraversiamo la strada e imbocchiamo Ulica Angela Besednjaka.
Dopo una curva verso sinistra si inizia a salire. La salita (poco meno di 300 m) porta verso un nucleo di abitazioni e termina in prossimità di un incrocio a T (km 3,4): svoltando a sx ed immediatamente dopo a dx incontriamo un altro incrocio a T ove giriano a sx. Dopo circa 150 m in mezzo alle abitazioni, la via scende svoltando decisa verso destra (cartello strada con precedenza) ma noi sterziamo a sx (km 3,6; cabina elettrica) proseguendo in discesa. Dopo circa 100 m trascuriamo la diramazione di sinistra che continua in decisa salita e procediamo dritti fino ad una biforcazione. Qui prendiamo a dx, passando tra i paletti, la breve discesa a lunghi scalini che ci permette di raggiungere il sottostante marciapiede. Pedaliamo in direzione sud sul marciapiede per poco meno di 100 m e, sfruttando le strisce pedonali, imbocchiamo a sx Markova Pot (km 3,8), la salita per il
Mark.
Percorriamo poche decine di metri e svoltiamo a sx-dritti in salita. La salita è di medio impegno, tutta asfaltata ed in alcuni punti molto panoramica. In vista del ristorante Mark tralasciamo sulla sinistra (km 5,2) una ripidissima rampa asfaltata e continuiamo dritti. Da quest’ultimo tratto della salita si gode un ampio panorama che spazia dalla pianura fino alle cime delle Alpi
con in primo piano la splendida conca di Gorizia . L’erta, che aggira la cima del colle, termina nei pressi del parcheggio del ristorante Mark (km 5,4). Affrontiamo una ripida discesa di un centinaio di metri che termina in prossimità di un quadrivio: svoltiamo a dx e proseguiamo sulla bella ed ampia strada bianca. Dopo alcuni saliscendi passiamo a fianco del recinto di un'abitazione (km 6,6) e affrontiamo la discesa che termina su una curva verso sinistra (km 7,1). Poco dopo ritorna l’asfalto e dobbiamo pedalare in salita per circa 200 m attorniati da un paesaggio piuttosto suggestivo .
Incrociamo la strada che da Stara Gora porta a Rozna Dolina (km 7,4). Giriamo a dx e scorgiamo pochi metri più avanti sul lato sinistro della strada un tratturo che entra nel bosco: imbocchiamolo. Dopo un tratto in ripida discesa raggiungiamo un incrocio a T dove svoltiamo a sx sempre in discesa. Ritroviamo l’asfalto in prossimità di un’abitazione (7,7 km) e proseguiamo dritti ancora in discesa che, essendo piuttosto veloce, ci fa percorrere l’ultimo tratto in piano prima di uno stop senza dover pedalare.
Incrociamo l’importante strada Rozna Dolina - Ajdovscina (8,3 km). Svoltiamo a dx e dopo poche decine di metri imbocchiamo a sx la strada d’ingresso al magnifico
bosco del Panovec (notiamo a destra l’edificio delle guardie forestali). Il bosco, ricco di vegetazione spontanea e impianti artificiali, è molto frequentato da escursionisti e da atleti che sfruttano la fitta rete di strade forestali e sentieri per i loro allenamenti. Passiamo lateralmente alla sbarra che preclude l’accesso ai mezzi motorizzati e procediamo sull’ampia strada forestale che taglia quasi perfettamente in due l’intera area boschiva con i suoi rilievi. Superiamo prima un’area verde attrezzata con tanto di panche, casotti in legno e … canestro da basket e, poco dopo, un’altra sbarra, spesso aperta. Arriviamo così ad un bivio ove proseguiamo sulla diramazione di sinistra (8,9 km).
Proseguiamo in leggera salita per qualche centinaio di metri
, quindi in salita più decisa raggiungiamo il culmine (9,8 km) da cui si diramano vari sentieri (N.B. in Slovenia è vietato percorrere qualsiasi sentiero in sella alla bicicletta). Rimaniamo sulla strada bianca principale che dopo qualche decina di metri inizia a scendere verso l’altro versante del bosco. In fondo alla veloce discesa incrociamo un’altra sterrata (10 km): continuiamo sx-dritti.
La strada pianeggiante su cui stiamo pedalando, protetti dall’ombra degli alberi, disegna il limite settentrionale del bosco del Panovec. Costeggiamo un piccolo laghetto spesso ghiacciato durante la stagione invernale
e, più avanti, dopo aver superato l’ennesima sbarra, troviamo un punto di ristoro purtroppo chiuso da alcuni anni (11,2 km). Tenendo la destra percorriamo, sempre in piano, l’ultimo tratto di strada bianca che termina in prossimità del parcheggio principale d’accesso (11,6 km) ai magnifici percorsi del bosco del Panovec .
Saliamo sull’asfalto, superiamo una cunetta, sottopassiamo Vojkova cesta ed in breve abbandoniamo il magnifico polmone verde del Panovec. Subito dopo il laboratorio di una vetreria svoltiamo a dx (11,9 km) e, prima del ponticello, imbocchiamo a sx il sentiero che costeggia il torrente Corno. Percorriamolo fin dopo un campo di calcio ove superiamo il corso d’acqua sfruttando uno stretto ponticello in legno (12,4 km) per poi imboccare subito a sx il sentiero che corre lungo l’altra sponda
. Il sentiero termina sul marciapiede di Ulica Santlovih: svoltiamo a dx.
Giunti al semaforo (12,9 km), utilizziamo le strisce pedonali per attraversare Erjavceva ulica e Prvomajska ulica quindi saliamo sulla pista ciclabile di Erjavceva ulica che ci porta ad un passaggio a livello.
Subito dopo aver superato i binari della
Ferrovia Transalpina (13,1 km) notiamo a sx la pista ciclabile che corre parallela alla strada ferrata. Per imboccarla pedaliamo sulla striscia rossa della pista ciclabile che, disegnando un ferro di cavallo, ci consente di attraversare Kolodvorska pot (via che porta alla Stazione della Transalpina in stile liberty del 1906 , nei cui locali è possibile visitare la mostra permanente "Il confine di stato nel Goriziano 1945-2004", e alla sua celebre piazza - deviazione consigliata), di superare nuovamente Erjavceva ulica, passando davanti all’ex valico confinario pedonale di Via San Gabriele , e quindi di immetterci sulla ciclabile.
Dopo un centinaio di metri infiliamo il suggestivo
ex tunnel ferroviario lungo circa 300 m la cui volta è completamente ricoperta da bottiglie di plastica bianca; ogni bottiglia è tagliata ed aperta in modo da assumere la forma di un fiore . Semplice, efficace ed economico.
Appena usciti dalle viscere del
colle della Castagnavizza (su cui saliremo tra breve passando proprio sopra la galleria) passiamo sotto una larga passerella . Siamo nella zona del Rafut. Qui, dopo la conferenza di pace di Parigi del 1946, la tracciatura del confine è stata una vera e propria rasoiata che ha prodotto divisioni anche all'interno delle famiglie. Tale passerella un tempo collegava le aree del Rafut al di qua e al di là del tracciato ferroviario (entrambe in territorio italiano); oggi invece costituisce la sola possibilità d’accesso ad una delle due uniche case sul lato destro della ciclabile che sono situate in territorio sloveno. I proprietari della seconda abitazione, che per accedervi devono percorrere un pezzo di pista ciclabile, hanno i cippi di confine posizionati ai quattro angoli del loro giardino .
Procediamo oltre e giungiamo all’altezza di un passaggio a livello privo di sbarre (13,9 km): svoltiamo a dx, aggiriamo la sbarra tricolore dell’ex valico di
confine del Rafut e rientriamo in Italia. Percorriamo tutta Via del Rafut. Curiosità: in fondo alla seconda laterale destra di Via del Rafut (Via A. Tonzig) un cippo di confine delimita il giardino dell’abitazione a cui si accede tramite la passerella citata in precedenza ed un cancello consente agli inquilini della stessa di … entrare in Italia .
Dopo Via del Rafut, continuiamo tenendo la destra su Via Formica e subito dopo la curva svoltiamo a destra in
Via Cappella (14,2 km). All'inizio, sulla destra, una lapide ricorda che lì sono nati i fratelli Pepi e Edy Rusjan, pionieri del volo. Dopo 200 m ha inizio la salita il cui fondo è in ciottolato di fiume. La pendenza aumenta progressivamente e all'altezza di un bivio (km 14,6), dove teniamo la destra, si inasprisce ancora di più . I ciottoli lasciano spazio ad un fondo sterrato ben battuto. All'altezza di uno slargo imbocchiamo di fronte a noi lo stretto sentiero che ci permette di rientrare in territorio sloveno . Dopo un centinaio di metri usciamo su un prato incorniciato da filari di ulivi ed in costante e impegnativa ascesa raggiungiamo il piazzale asfaltato del Santuario della Beata Vergine della Castagnavizza (km 14,8) . Oltre al valore storico ed artistico del complesso, molto interessante è la presenza, nella cripta della chiesa , delle tombe di Carlo X Borbone, re di Francia, e dei suoi familiari. Degna di nota è anche la collezione delle Rose di Borbone nell'ex giardino monastico; una tra le più grandi e più complete al mondo (80 specie diverse) . Dal piazzale, da cui si gode un bel panorama sulla stazione della Transalpina , imbocchiamo la strada asfaltata con segnale di divieto d’accesso che corre lungo il lato settentrionale del complesso. Continuiamo su questa stretta striscia d'asfalto e al km 15,2 affrontiamo un ripido strappo di un centinaio di metri che ci porta sul punto più alto del colle. Coperti dalle fronde degli alberi scendiamo velocemente fino allo stop sulla cosiddetta strada del Rafut (km 15,5): svoltiamo a destra in discesa.
Dopo soli 100 m abbandoniamo la discesa e imbocchiamo a sx una breve rampa asfaltata in contropendenza al culmine della quale, tenendo la destra, continuiamo su un'ampia strada bianca che procede in piano.
Dopo 200 m ecco aprirsi una magnifica veduta sul Santuario della Beata Vergine della Castagnavizza e sulla villa Lasciac sul Rafut immersa in un esotico parco. In lontananza scorgiamo il Sacrario di Oslavia, le alture del Collio e le cime dei monti Sabotino, Santo e San Gabriele. Proseguiamo su questa strada bianca e al primo bivio andiamo a destra per poi scendere ripidamente su asfalto (attenzione in fondo alla secca curva verso destra). Al termine della discesa (segnale di stop al km 16,2) eccoci di fronte al singolare edificio d'ingresso al magnifico, ma purtroppo non visitabile, Parco del Rafut. Questo vasto parco è ricco di vegetazione esotica e circonda la fantasiosa villa in stile moresco costruita dall'architetto goriziano Antonio Lasciac all'inizio del 1900.
Facendo molta attenzione ci immettiamo su questa trafficata strada comunale (Kostanjeviska cesta) e scendiamo a sx. Al termine della discesa, in prossimità di una curva a gomito verso sinistra (km 16,4) proseguiamo diritti e superiamo il passaggio a livello della Ferrovia Transalpina . Continuiamo dritti (diamo la precedenza a pedoni e ciclisti che percorrono la pista ciclabile ) e superiamo ancora una volta la sbarra tricolore dell’ex valico di confine del Rafut per ritornare in Italia.
Saliamo sulla pista ciclabile
che corre lungo il lato sinistro di Via del Rafut prima e di Via Giustiniani poi e la percorriamo fino all’altezza di un ampio parcheggio (16,8 km). Qui attraversiamo la strada e ci dirigiamo verso la galleria Bombi che imbocchiamo . Usciti dalla galleria, percorribile solo da pedoni e ciclisti, entriamo nella triangolare e scenografica Piazza della Vittoria (17,4 km) su cui si affacciano la chiesa di Sant'Ignazio e il palazzo della Prefettura.
Svoltiamo a sx ed imbocchiamo in leggera salita la pedonale
Via Rastello che percorriamo fino in fondo (17,6 km). Siamo ormai al termine di questo itinerario in quanto, dopo aver attraversato Piazza Cavour, ritorniamo in Piazza Sant’Antonio (17,8 km), punto di partenza di questo particolare “anello”.