La Valle del Vipacco (Vipavska Dolina), affluente dell’Isonzo, collega la pianura friulana alla Slovenia centrale tramite la Sella di Razdrto. E’ delimitata a nord dalla Selva di Tarnova e a sud dall'altopiano del Carso.
Gli antichi romani transitarono lungo questa valle per andare alla conquista delle regioni danubiane. Tra il IV e il VI secolo d.C. questi territori subirono l’invasione dei goti, degli unni e dei longobardi. Nel Medioevo e sotto l'Impero Asburgico, la parte orientale della valle apparteneva al Ducato di Carniola, mentre quella occidentale faceva parte della Contea di Gorizia e Gradisca. Fortificazioni militari (il Castrum Ad Fluvium Frigidum ad Ajdovščina), castelli medievali (Reifemberg a Branik, Attems a Vipavski Križ) e palazzi lussuosi (Palazzo Lantieri a Vipava) testimoniano una strana diversità dovuta alle epoche ed alle ragioni che stanno dietro alla loro creazione.
La valle gode di un clima relativamente mite che la rende particolarmente adatta alla coltivazione di diversi tipi di frutta (soprattutto ciliegie, pesche, albicocche, cachi e fichi) e della vite . La bora, il forte vento di nord–est, qui è di casa e le raffiche possono raggiungere anche i 200 chilometri all'ora. Nonostante questo, la gente del posto ama la bora perché rinfresca l'aria e disperde le nuvole; infatti la Vipavska Dolina è il luogo più soleggiato della Slovenia con in media 2100 ore di sole all’anno. In assenza della bora, il Mornik, soffiando da sud–ovest, riscalda la valle con temperature superiori ai 5 gradi per quasi 300 giorni all’anno; ciò prolunga il periodo di vegetazione del terreno di due mesi rispetto alla Slovenia centrale.
La Valle del Vipacco è la regione vinicola della Slovenia che ha conservato il maggior numero di varietà autoctone antiche (zelèn, pinela, klarnica). Nel 1844 il sacerdote Matija Vertovec pubblicò il primo libro di tecnica vitivinicola in lingua slovena, Vinoreja (“Viti e vinicoltura”), in cui vengono descritti 18 vini bianchi e 12 rossi della valle che gli diede i natali. Le cantine con archi in pietra sono solitamente situate sotto terra, scavate nella roccia, per conservare i preziosi vini in condizioni ottimali tutto l’anno. Alcune località (Goče in primis ) vantano cantine secolari ancora oggi illuminate solo da candele.
Obbligatoria quindi una pausa presso un’enoteca, un ristorante o una osmiza per assaporare la buona cucina casereccia.
La bicicletta è il miglior mezzo per scoprire questo territorio pedalando lungo le innumerevoli strade sterrate e secondarie a scarso traffico .
Il presente itinerario collega le località più interessanti (Branik, Goče, Lože, Vipavski Križ, Velike Žablje) e sfiora i centri più grossi che meritano sicuramente una visita (Ajdovščina, Vipava e Štanjel).
Nel 2018 Lonely Planet ha inserito la Valle del Vipacco nell’elenco delle 10 destinazioni europee da visitare.
Descrizione
Questo itinerario è ricco di borghi, rocche, chiese, palazzi e castelli desiderosi di raccontare la loro storia. Per questo motivo non troverete istruzioni passo-passo su dove svoltare, girare, salire, scendere, ecc. Ci soffermeremo invece sulle singole attrazioni che si incontrano lungo il percorso. Del resto queste pagine offrono tutto il necessario (mappe e tracce gpx) per non perdersi durante la pedalata.
Branik
Questa località (Rifembergo in italiano) è il punto di partenza di questo itinerario dove troviamo facile parcheggio nei pressi di un supermercato.
Volgendo lo sguardo verso sud scorgiamo, sulle pendici carsiche, il pittoresco castello di Rihemberk . L’origine del maniero risale al XII secolo ma sorge su una fortificazione preistorica. La struttura attuale è del XVII secolo ed è frutto degli ampliamenti realizzati dai proprietari dell’epoca, la famiglia Lantieri. Durante la seconda guerra mondiale il castello fu devastato da un incendio e per diversi decenni versò in totale abbandono. Un parziale restauro fu terminato nel 2017 con la ristrutturazione del complesso edile. Il castello è visitabile (vedi calendario aperture) ed è possibile affittarlo per eventi e matrimoni.
Valle del Branica
Prima del ponte sul torrente Branica (superato il quale inizia la salita che porta a Štanjel/San Daniele del Carso, splendido borgo murato ricco di storia e interessanti elementi architettonici), ci inoltriamo nella valle del torrente Branjk. Incastonata tra le alture del Carso e le colline che dominano la Valle del Vipacco, la zona è rinomata per la produzione di vini pregiati, in particolare il vino rosso Teran. L’itinerario non la percorre tutta ma, se avete tempo a disposizione, vi consigliamo di arrivare fino al borgo di Dolanci per ammirare la genuina bellezza di questa valle.
Šmarje
Eccellente esempio di architettura rurale mediterranea con calli, ponti, ballatoi in legno, tipici sporti di gronda, cornici delle finestre in pietra, portali, mensole, pozzi e tavelloni dipinti. Un'imponente scalinata porta alla chiesa parrocchiale dedicata a San Pietro . Šmarje è un punto di partenza ideale per esplorare la ricca tradizione vinicola della valle del Vipava, famosa per i suoi vini bianchi e rossi.
Gaberje
Piccolo e pittoresco borgo circondato da rigogliosi vigneti e colline verdeggianti, Gaberje conserva il fascino tradizionale della campagna slovena. Al centro del paese spicca la chiesa di Sv. Martin , la terza eretta nello stesso punto. Realizzata in stile rinascimentale carsico ispirandosi alla cattedrale di Aquileia, conserva svariati dipinti degni di nota. Da segnalare il ponte in pietra non lavorata, ad un arco, di pregevole fattura tecnica.
Tabor di Erzelj
Il Tabor di Erzelj è un'antica fortificazione situata sulla sommità di un colle. Nel XIV sec. i patriarchi di Aquileia vi costruirono un castello a difesa dalle incursioni ottomane. Oggi dal colle si ha una vista panoramica mozzafiato sulla valle circostante . Il sito è arricchito dalla presenza di due storiche chiese: la chiesa di Sv. Lovrenc e la chiesa di Sv. Mihael .
Chiesa di Sv. Marija Snežna (Santa Maria delle Nevi)
L'edificio , importante luogo di pellegrinaggio e simbolo spirituale per la regione, domina il paesaggio circostante, offrendo ai visitatori una vista panoramica mozzafiato sulla valle del Vipava e le montagne circostanti.
Le prime informazioni sulla chiesa, dedicata alla Santa protettrice dalla siccità, risalgono al Seicento. Nella chiesa è possibile ammirare due dipinti dell'artista Clemente Del Neri (1865-1943): il Sacro Cuore di Gesù e San Giovanni con Gesù bambino. L'altare, costruito nel 1926, è decorato con le statue di San Rocco, San Sebastiano e San Giorgio. La statua lignea di Santa Maria delle Nevi (1965), nella nicchia dell'altare, è un'opera d'arte dell'illustre pittore Tone Kralj (1900-1975).
Goče
Di origine medioevale, è uno dei borghi più belli, affascinanti e meglio conservati della Valle del Vipacco . La pietra locale è l’elemento che caratterizza profondamente la sua architettura tanto che il villaggio è considerato patrimonio culturale sloveno . Le strette viuzze , a volte larghe anche meno di un metro, chiamate “gase”, formano la croce di Sant'Andrea, patrono della parrocchia di Goče. Da segnalare i portali in pietra d’accesso ai cortili delle case costruite in stile carsico, risalenti al XVII e XVIII secolo, il magnifico portale della Chiesa di Sant'andrea ed il meraviglioso ingresso al cimitero.
All’interno del paese sono presenti 4 altari con altorilievi , di fine XVII secolo, detti “pili”. Rappresentano le stazioni chiave della passione di Cristo e servono come stazioni della processione durante la festa del Corpus Domini. La quinta stazione è rappresentata dalla cappella del Santo Sepolcro, del 1687, posta nei pressi del cimitero.
Goče è inoltre un vero e proprio museo della viticoltura, celebre per le sue antiche cantine sotterranee che testimoniano la lunga tradizione vinicola della zona. Le cantine, scavate direttamente nella roccia calcarea, rappresentano il tesoro architettonico del borgo. L’elemento di straordinarietà è il loro numero; infatti verso la fine del XIX sec. si diceva che c’erano più cantine che edifici domestici. Attualmente se ne contano più di 60 ed alcune, molto antiche, sono prive di illuminazione elettrica.
Castello di Lože
Situato su una collina appena sopra l'omonimo villaggio , con vista spettacolare sulla verde Valle del Vipacco, il castello di Leutemberg rimase per secoli testimone silenzioso di molti momenti significativi della storia slovena.
La prima costruzione risale al XII sec., subì numerose modifiche e nella seconda metà del XVII secolo raggiunse la forma attuale. Sebbene simile a molti castelli risalenti al Medioevo, l'edificio pare più una grande casa di campagna che una fortezza.
La proprietà del maniero passò di mano tra 12 famiglie. L’ultima, quella bavarese dei Mayer, lo acquistò intorno al 1800 e dette impulso ad un’importante crescita sia culturale che economica. Il declino iniziò con la seconda guerra mondiale e la tenuta fu abbandonata dai Mayer a seguito della nazionalizzazione ed espropriazione della proprietà privata nel 1945 da parte del nuovo governo jugoslavo. Il palazzo fu sede di una scuola agraria dal 1946 al 1961. Abbandonato nel 1987 fu lasciato cadere in rovina.
Slap
Conosciuto per la sua lunga tradizione vinicola, il borgo di Slap vanta un complesso castellano, monasteriale e la chiesa parrocchiale di San Matteo.
Ponte napoleonico
Costruito all'inizio del XIX secolo, durante il periodo napoleonico, questo ponte in pietra nei pressi di Dolenje è un esempio significativo dell'architettura dell'epoca. Con i suoi eleganti archi e la robusta struttura, il ponte non solo serviva come importante punto di collegamento tra le due sponde del fiume Vipava, ma è anche un simbolo della presenza e dell'influenza di Napoleone nella regione.
Vipavski Križ
La cittadina, che in passato ebbe grande importanza, si erge, circondata da mura , su una collina ed è considerata monumento culturale sloveno.
Viene menzionata da fonti scritte fin dal XIII sec. come Villa Crucis.
Verso la fine del XV sec. il Vescovo di Gorizia fece costruire su questa collina un castello a 4 torri per contrastare le invasione turche e veneziane. Subito dopo, i Conti di Gorizia eressero la cinta muraria. La fortificazione divenne sempre più importante tanto che nel 1532 l’imperatore la proclamò città, probabilmente la più piccola dell’impero.
All’inizio del XVII secolo i Conti Attems acquisirono il castello e nel 1637 vi costruirono il convento dei frati minori cappuccini, operante tutt’oggi. Il monastero dispone di una ricca biblioteca in cui sono conservati 25000 libri, tra cui preziosi manoscritti e circa 2000 libri stampati tra il 1510 ed il 1800, e di un'importante raccolta di quadri d'epoca barocca. Nella chiesa di S. Francesco è esposta la Gloria della Santissima Trinità , il più grande e per molti anche il più bel dipinto barocco della Slovenia.
Percorrendo le strette viuzze raggiungiamo l’estremità opposta del borgo dove la Chiesa di Santa Croce offre un interno barocco ricco di legni intagliati, dipinti e stucchi.
Nel periodo natalizio a Vipavski Križ è possibile ammirare l’esposizione di presepi all’aperto, sulle finestre e ovviamente nelle chiese.
Velike Žablje
Nella parte alta del paese si trova il palazzo Velika Žablja, un importante maniero del primo barocco con torre e portale semicircolare in pietra. L'edificio non è niente di speciale all'esterno, ma l'interno rivela l'ormai fatiscente atrio, pavimentato con lastre di pietra, portali barocchi che immettono su una lussuosa scalinata a due piani e un ampio cortile circondato da portici con magnifiche colonne in pietra . Si tratta di un tipico asse barocco del cortile del castello, una vera rarità in questa zona. L'edificio fu costruito nel 1669 dai Conti Lantieri ed ereditato dalla famiglia Persoglia prima della seconda guerra mondiale. Un gruppo teatrale molto attivo ha lavorato nella villa dopo la seconda guerra mondiale. Il gruppo era guidato da artisti di teatro dilettanti e insegnanti del villaggio, ma mise in scena spettacoli impegnativi con grande successo. Il gruppo ha lavorato fino alla metà degli anni '60 del XX secolo. Oggi l'ex maniero è purtroppo abbandonato.
La prospiciente Chiesa di Sv. Florjan sorge in un recinto in pietra traforato sul lato orientale con ingresso a lesena; è datata 1875. L'edificio è ricoperto di paglia e il campanile ha una finitura in lamiera a bulbo. Il portale principale rettangolare in pietra riporta l'anno 1770 nell'architrave. L'interno, affrescato nel 1889 dal pittore Delneri, presenta tre altari marmorei coperti; l'altare maggiore è un'opera di altissima qualità. La pala d'altare raffigura S. Florjana mentre spegne l'incendio sopra il ponte sul torrente Vrnivec, che la gente del posto chiama "Kozjepršk". I giovani di tutti e tre i villaggi si incontravano e "si sposavano" al ponte "Tamale" all'incrocio tra Mali Žablja, Veliki Žablja e Dobravlja. La pala d'altare è posta proprio in direzione di questo ponte. Al centro della navata della chiesa, nella volta, vi è una lapide con un'iscrizione e l'anno 1716.
Velike Žablje è piena di cappelle che sono state costruite in tempi diversi e per scopi diversi e sono dedicate a diversi santi. Sono realizzate in diversi stili architettonici, alcune particolarmente interessanti o capolavori di famosi artigiani. La cappella più alta si trova in cima al villaggio, a Stari gora, e funge anche da segnaletica. Da qui c'è una bellissima vista sulla valle del Vipava.
Sv. Martin (Brje)
La chiesa di Sv. Martin è posta in cima al colle su cui sorge il borgo di Brje. Trattasi di un elegante edificio religioso risalente al Medioevo. La posizione della chiesa offre una spettacolare vista panoramica sulle campagne circostanti, aggiungendo un ulteriore elemento di bellezza al già incantevole scenario di Brje.
Qui di seguito trovate brevi descrizioni di alcune importanti località non toccate dall’itinerario.
Ajdovščina
E’ il centro più grande dell’Alta Valle del Vipacco. Più di 2000 anni fa i romani si stabilirono sulle sponde del fiume Hubelj, costruendo dapprima un mastio e successivamente il Castrum Ad Fluvium Frigidum (fortificazione sul fiume freddo), opere di difesa dei confini orientali dell'Impero Romano. Oggi è possibile ammirare alcune ben conservate torri della fortificazione che all’origine erano connesse tra loro da mura.
Nella chiesa di San Giovanni Battista da segnalare i tre affreschi sul soffitto e la via crucis realizzati dall’artista locale Anton Cebej.
La passeggiata fino alle spettacolari sorgenti del Hubelj permette di scoprire il patrimonio industriale della città e i resti della vecchia fucina.
Vipava
Splendida cittadina addossata alle ripide pendici carsiche del monte Nanos. Raccoglie i propri edifici attorno alla sorgente del fiume Vipava/Vipacco, l’unica sorgente a delta in Europa. I 25 ponti che attraversano le sorgenti e i rami del fiume e la facciata in stile veneziano dello splendido Palazzo Lantieri sono alcuni dei motivi per cui Vipava viene denominata la Venezia slovena. Ulteriori attrattività sono i ruderi del castello dell’XI secolo, la torre di Baumkircher, le statue dei putti di fronte a Palazzo Lantieri (sede della Scuola superiore di viticoltura ed enologia e museo di enologia), il palazzo rinascimentale Zemono, l’altare in marmo bianco e gli affreschi della chiesa di Santo Stefano, i due sarcofaghi egizi esposti nel cimitero.
Vipava, circondata su tre lati da pendii ricoperti di viti, viene da tutti riconosciuta come la capitale del vino della Valle del Vipacco.
Stanjel (San Daniele del Carso)
Antico e suggestivo borgo carsico adagiato a terrazzi sulle pendici del colle Turn. Ne fanno parte il castello, le torri difensive, la chiesa di San Daniele e il giardino Ferrari. La collina fu insediata già nella preistoria ma le prime testimonianze scritte sono del 1402. Le mura di cinta, costruite nel Trecento, dovevano proteggere gli abitanti dalle invasioni turche. Il paese ebbe massimo fulgore nel XVI e XVII sec., periodo in cui risale la maggior parte dei tipici elementi architettonici degli edifici. Tra il 1920 ed il 1930, Max Fabiani, architetto nonché sindaco, applicò soluzioni architettoniche e urbanistiche innovative e la sua impronta è evidente tutt’oggi, a partire dal sistema di approvvigionamento idrico. Suo il restauro della Villa Ferrari con l’annesso splendido giardino. Il castello oggi ospita un’esposizione dedicata proprio a Max Fabiani e la galleria di belle arti Lojze Spacal.