Premessa
Questo itinerario percorre le pendici ed il fondo del Vallone o Valle delle Due Battaglie, una valle di origine fluviale che divide il Carso isontino da quello sloveno e che collega, attraverso la statale 55, Gorizia a Monfalcone e Trieste. Sono molti gli spunti interessanti che troveremo lungo il percorso: la guerra di trincea durante il primo conflitto mondiale testimoniata dai pannelli del Museo all’Aperto della Grande Guerra sul Carso , le tracce dei primi insediamenti umani del castelliere preistorico del Castellazzo , i fenomeni carsici del lago di Doberdò . Ed infine, per chi ha la fortuna di visitare questi luoghi in autunno, le sgargianti sfumature che dal giallo al rosso colorano questi straordinari luoghi, capaci di ritagliarsi un capitolo importante in qualunque libro di storia, geografia e scienze.
Carso 2014+ è il progetto nato dalla volontà della ex Provincia di Gorizia che ha come scopo quello riscoprire il Carso (dallo sloveno kras o krs che significa roccia, pietra) come luogo in cui si fondono elementi unici del paesaggio e della memoria storica legata ai siti che furono teatro della prima guerra mondiale. Alcuni percorsi tematici intendono valorizzare la storia, la memoria e l’ambiente circostante e promuovere un turismo culturale consapevole delle vicende storiche e delle risorse ambientali e paesaggistiche del territorio.


Galleria Fotografica

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Altimetria


Descrizione
Il punto di partenza è lo slargo di fronte alla trattoria "Da Milio" a Devetachi sulla SS55. Percorriamo la SS55 in direzione Trieste per 150 m e al bivio giriamo a dx in direzione Doberdò. Dopo aver superato l'ultimo edificio del minuscolo borgo di Devetachi (km 0,3) abbandoniamo l'asfalto e imbocchiamo a dx in salita l'impegnativo sentiero 74 . Al km 0,6 tralasciamo un'evidente deviazione verso destra e proseguiamo dritti. Al km 1,0 termina il primo tratto di salita e il tratturo spiana per un centinaio di metri. Dopo un breve tratto in discesa e un curvone verso sinistra (km 1,4) l'ampio sentiero riprende a salire. Percorriamo il tornante, tralasciamo la diramazione verso sinistra che si stacca proprio dal tornante e ci dirigiamo verso nord sempre sul sentiero 74 . Lo sterrato termina (km 2,1) in prossimità delle prime case di Cotici inferiore dove incrocia l'asfalto: giriamo a sx. Dopo poche centinaia di metri ci innestiamo su una strada più ampia (km 2,4) e continuiamo verso sud fino a incontrare il bivio (km 2,6) al quale dobbiamo proseguire a sx in discesa. Dopo circa 1 km di veloce discesa incontrare un bivio (km 3,6): giriamo a dx. Percorriamo altri 50 m e giungiamo ad uno stop: attraversiamo la strada e imbocchiamo il sentiero di fronte a noi. Questo bel sentiero , inizialmente in discesa e un po' sconnesso, poi in piano e infine in leggera salita, ci porta fino alle prime abitazioni del paese di Marcottini (km 4,4). In prossimità della prima casa si sale su asfalto. Proseguiamo dritti fino all'incrocio (km 4,6) al centro del paese. Superiamolo, usciamo dal paese e proseguiamo dritti fino al successivo stop (km 4,9) dove incrociamo la strada Devetachi-Doberdò. Superiamola e imbocchiamo l'ampia sterrata di fronte a noi (sentiero 72). Procediamo in leggerissima salita fino al km 5,4. Un centinaio di metri più avanti, al bivio proseguiamo a dx. A questo punto lo sterrato inizia a scendere e raggiungiamo così un bivio con dei cartelli (km 5,9): giriamo a dx seguendo i segni bianco-rossi. Ora siamo su un ampio sentiero che fra poco si impennerà e ci impegnerà per alcune centinaia di metri. Una cinquantina di metri più avanti dobbiamo svoltare a sx per continuare a seguire i segni bianco-rossi (indicazione "Cadorna") del sentiero 72 . Terminata la salita (km 6,3) e fatte alcune decine di metri in discesa, abbandoniamo il sentiero 72 e prendiamo sulla dx in salita il sentiero 77 . La salita termina al km 6,7 e il percorso prosegue in falsopiano . Al km 6,9 la traccia più evidente svolta a sinistra ma noi proseguiamo dritti. Dopo alcuni saliscendi raggiungiamo un quadrivio con dei cartelli (km 7,5): proseguiamo dritti seguendo i segni bianco-rossi. Poche decine di metri più avanti il tratturo inizia a scendere, passa a fianco di un presa dell'acquedotto, compie una secca curva a sinistra e termina (km 8,0) sul tornante della strada asfaltata che giunge dal centro del paese di Doberdò del Lago : giriamo a sx in salita. Dopo aver superato una casa sulla sinistra l'asfalto termina e si procede su ampia strada bianca. Al km 8,2 l'ampia sterrata svolta leggermente verso destra mentre il nostro itinerario prosegue imboccando la carrareccia che si diparte davanti a noi.
Variante - Se invece di imboccare la suddetta carrareccia restiamo sulla sterrata più ampia, dopo poco meno di 200 m raggiungiamo il centro visite "Gradina" , punto di riferimento della Riserva regionale dei laghi di Doberdò e Pietrarossa. Il centro è dotato di museo (vale la pena visitarlo), ristorante e foresteria; da esso si gode uno stupendo panorama della piana del lago di Doberdò. I più "arditi", procedendo oltre, possono percorrere il sentiero 77 (non completamente pedalabile) e arrivare al rifugio Casa Cadorna (vedi descrizione più avanti). Dal retro del rifugio una scala attrezzata (sentiero 72, bici in spalla) ci permette di ricongiungerci all'itinerario principale.
Torniamo all'itinerario principale. Dalla biforcazione descritta in precedenza la carrareccia procede su salita di medio impegno disegnando anche un tornante. Al km 8,7, subito dopo la fine della salita, incontriamo un bivio con alcuni cartelli: lasciamo la principale e imbocchiamo il bel tratturo a dx. Dopo alcune centinaia di metri pianeggianti, al km 9,2 il tratturo inizia a scendere con pendenza prima leggera poi più accentuata. Raggiungiamo così un incrocio a T (km 9,6) dove svoltiamo a dx. Al km 9,9 raggiungiamo un bivio contraddistinto da una pietra con l'indicazione del
sentiero CAI 72 e una freccia indicante la direzione verso l'interessante sito del castelliere preistorico del Castellazzo (il centro visite "Gradina" propone un'interessante ricostruzione di come era strutturato il sito). Altro interessante elemento che contraddistingue il suddetto bivio è un pannello del Museo all’Aperto della Grande Guerra sul Carso (circuito del Castellazzo) che descrive la situazione delle retrovie del fronte durante il primo conflitto mondiale. Prendiamo il sentiero di dx e ci fermiamo in prossimità della scala (km 10,0) attrezzata con corda metallica che scende sul retro del Rifugio Casa Cadorna . La visita è d'obbligo perché il luogo è incantevole , sia per il panorama che per le falesie che lo accerchiano e che costituiscono la palestra di roccia per molti appassionati . Nei pressi c'è anche un bel terrazzo panoramico che si raggiunge percorrendo una galleria scavata nella roccia . Chi ha preferito percorrere la variante descritta in precedenza si ricongiungerà in questo punto con l'itinerario principale.
Risaliamo le scale, giriamo la bici e ripercorriamo a ritroso il sentiero 72
. Al bivio per la sommità del Castellazzo (km 10,1) proseguiamo dritti restando sempre sul sentiero 72 che procede linearmente . Dopo alcuni saliscendi raggiungiamo un evidente quadrivio (km 10,8) contraddistinto da alcuni cartelli e da un altro pannello del Museo all’Aperto della Grande Guerra sul Carso (circuito del Castellazzo) : svoltiamo a dx e affrontiamo la discesa che, dopo 5 tornanti , terminerà sulla SS55 detta "del Vallone". Prestiamo attenzione al 5o tornante che curva verso sinistra (km 11,8): percorriamolo e non facciamoci ingannare andando via dritti. Si arriva così sulla SS55 (km 12,0): attraversiamola e imbocchiamo l'asfalto in discesa seguendo l'indicazione "Capriol". Poche decine di metri più avanti al bivio (Madonnina) teniamo la dx. Subito dopo (km 12,2), un ampio curvone verso sinistra porta ai piedi dell'ex ristorante "Capriol" dove sono installati altri pannelli del Museo all’Aperto della Grande Guerra sul Carso : teniamo la sx e imbocchiamo il tratturo in salita contraddistinto dal segnale di divieto d'accesso. La pendenza aumenta progressivamente e, all'altezza di un tornante verso destra (km 12,9), abbandoniamo il tratturo e imbocchiamo a sx il segnavia 75 (segni bianco-rossi su roccia). Si tratta della strada del Generale Barco ricca di ricoveri in caverna. Il sentiero, dopo un primo tratto in piano , scende velocemente verso la minuscola borgata di Isceri dove incontriamo l'asfalto (km 13,5). Buttiamoci in picchiata sulla breve ma veloce discesa che ci porta ad un incrocio (km 13,8): giriamo a dx. Dopo 50 m al bivio teniamo la dx in leggera discesa. Nel punto in cui, di fronte a un'abitazione della borgata di Micoli , l'asfalto curva a sinistra e sale (km 14,0), prendiamo a dx un tratturo di campagna. Aggiriamo un campo coltivato e, in leggera discesa, ci infiliamo nella vegetazione. Al km 14,4 ha inizio la salita di medio impegno che ci porta, davanti alla chiesetta di Palchisce (km 14,8), ad incrociare nuovamente la SS55. Attraversiamo la statale e imbocchiamo la strada asfaltata in discesa seguendo l'indicazione "Visintini". Al termine della discesa (km 15,3) un tratto in piano ci porta alla piccola frazione di Visintini dove possiamo visitare la Cappella Ungherese . Usciti da questo piccolo borgo (km 15,9) notiamo sulla sinistra il muro di recinzione del grande cimitero di guerra austro-ungarico . Giunti sotto la massicciata della strada Devetachi-Doberdò , nel punto in cui l'asfalto curva verso sinistra (km 16,3), scorgiamo sulla dx un tunnel "lillipuzziano": infiliamoci dentro e sbuchiamo al centro del piccolo ma affascinante borgo rurale di Devetachi . Una brevissima rampa ci porta sulla strada Devetachi-Doberdò: andiamo a sx, allo stop giriamo ancora a sx e dopo 150 m giungiamo allo slargo d'arrivo (km 16,7).