La Selva di Trnovo è un altopiano carsico che si estende in territorio sloveno a partire dai circa 800 m di altitudine dell’abitato di Trnovo fino al punto più alto, ovvero il monte Mali Golak a 1495 m. Essendo un’area carsica è priva di acque superficiali ma ricca di grotte, abissi, voragini e tipiche formazioni di carattere carsico quali campi solcati (karren), solchi a doccia, vaschette di corrosione e simili.
Tra i fenomeni carsici più rilevanti da menzionare la Grande grotta di ghiaccio Ledenica che si trova nella Riserva Naturale Paradana. Profonda 385 m e lunga 1550 m, ha acquisito fama mondiale per la presenza di nevi e ghiacci perenni e per l’inversione vegetazionale nel cono d’ingresso. In passato i blocchi di ghiaccio estratti da questa cavità venivano esportati persino in Egitto. Sono presenti due riserve naturali: la Paradana ed il Monte Golaki con la Smrekova draga ed il monumento naturale Smrečje .
La Selva di Trnovo è quasi totalmente coperta da boschi dove il fusto prevalente è il faggio (65-67%) seguito dall’abete bianco e rosso. Nel 1700 la Compagnia delle Indie ne ricavava il legname per la costruzione delle navi. Oggi lo sfruttamento del bosco è regolamentato e il rispetto per l’ambiente è massimo. Le aree prative sono veramente rare: la valletta di Lokve e i dintorni di Trnovo dedicati al pascolo e la Mala Lazna . In una foresta così vasta la presenza dell’orso è una costante ed alcuni studi hanno rilevato anche la presenza del lupo.
L’intera zona è attraversata da una fitta rete di strade forestali (120 km!) che consente di raggiungere i luoghi più belli e caratteristici di questa magnifica foresta, costantemente protetti da gallerie verdi che offrono conforto durante la stagione estiva. La notevole estensione della foresta, la scarsissima antropizzazione e la scarsità di punti di riferimento saranno complici di una sensazione di solitudine che in più punti si farà sentire con forza.
Se al termine del giro vorrete sostare per gustare i piatti caserecci (la selvaggina, il pane fatto in casa ed altre specialità), Lokve, Lazna e il rifugio Iztokova Koča alle pendici del Golaki saranno una tentazione per chiunque.
Insomma, la Selva di Trnovo è il luogo ideale per riossigenarsi ed un vero paradiso per chi ama le escursioni ed il turismo “fai da te”.
Descrizione
Punto di partenza di questo itinerario è la località di Lokve (Loqua in italiano) dove troviamo facile parcheggio.
Lokve, situata in una pittoresca valle carsica, è una piccola località turistica con alberghi, ristoranti e varie possibilità di divertimento (minigolf, tennis, pallavolo, sci, slittino).
In passato la presenza nella zona di diverse acque stagnanti (attualmente ne sono rimaste solo due) ha favorito l’allevamento del bestiame. La popolazione era impegnata nella silvicoltura, nella lavorazione del legno (mastelli, secchi, zangole e simili) e nella produzione di carbone di legna che ha favorito la lavorazione del vetro. Dopo la capitolazione dell'Italia nel settembre 1943, Lokve divenne un centro partigiano e per questo subì la devastazione da parte delle truppe tedesche che bruciarono quasi tutti gli edifici e deportarono 42 abitanti del villaggio.
La chiesetta in cima ad una dolce collina è dedicata a S. Antonio da Padova.
Lokve è per noi abitanti di queste zone la riprova dei cambiamenti climatici: fino agli anni ‘70 vi erano attivi vari impianti di risalita ed in poco meno di mezz’ora d’auto dal centro città si poteva andare a sciare; tutti gli inverni! Oggi le nevicate sono poco frequenti e scarsamente abbondanti e le temperature sono meno rigide per cui solamente l’innevamento artificiale consente di tenere attivo un unico impianto di risalita.
Pedaliamo sulla strada asfaltata Lokve-Trnovo in direzione sud-ovest e dopo circa 1 km, in prossimità di un curvone verso sinistra (prendiamo come riferimento un piccolo pozzo di fronte ad una graziosa abitazione), imbocchiamo a dx una bella sterrata che si infila nel primo bellissimo bosco di faggi. Tra curve e controcurve in leggera discesa dopo circa 1 km troviamo un bivio e ci infiliamo nella diramazione di sx che scende repentina. Rimaniamo sulla principale che in discesa termina sulla strada asfaltata Trnovo-Lokve: scendiamo a dx. Dopo aver superato la località di Nemci, in prossimità di uno slargo dove è posta una tabella turistica svoltiamo a sx. Una decina di metri più avanti prendiamo a dx la sterrata che sale per poche centinaia di metri e poi scende decisa in mezzo al bosco. Dopo alcune centinaia di metri la sterrata tocca l’asfalto ma noi proseguiamo a sx ancora su sterrato attraversando una delle più belle faggete di tutto l’altopiano; dopo circa 300 m ritroviamo l’asfalto teniamo la dx e poco oltre, allo stop, attraversiamo la Lokve-Trnovo e procediamo in direzione Zavrh. Dopo circa 400 m giunti ad un bivio (in realtà è un intricato quadrivio) andiamo su a sx in decisa ascesa, sempre immersi in un bosco di conifere. Una volta scollinato scendiamo decisi e giungiamo ad un bivio pochi metri prima dell’asfalto dove svoltiamo a sx in direzione Voglarji. Pedaliamo per circa 1,5 km fino al trivio al centro di questo borgo dove imbocchiamo la diramazione di sx (come punto di riferimento abbiamo la fermata del bus). Dopo 1,5 km circa di saliscendi giungiamo ad una biforcazione nei pressi di Trnovo (come punto di riferimento abbiamo di fronte, a qualche centinaio di metri, la chiesa parrocchiale): andiamo a dx. Poche decine di metri ed ecco lo slargo da cui si accede allo Spominski Park Nob , il memoriale sloveno che ricorda i caduti negli scontri dell'inverno 1944-45 (256 caduti) e i 2.300 caduti totali tra le truppe jugoslave. Il monumento è posto sulle pendici del monte Kobilnik dal quale si gode un vasto panorama che spazia dalla pianura al mare ed una bella vista su parte dell’altopiano .
Procediamo verso le case di Trnovo, località da cui trae il nome la selva. Allo stop superiamo la Lokve-Solkan ed imbocchiamo di fronte a noi la via che scende tra le abitazioni. Al successivo incrocio svoltiamo a sx.
Ora pedaleremo su questo tratto d’asfalto per circa 5 km attraversando prati, pascoli e il borgo di Rjiavci. Nei dintorni di questa località sono presenti due bike trail per i funamboli del downhill e dei salti. Procediamo su salita asfaltata, attraversiamo una bella faggeta e ad un certo punto troviamo lo sterrato. Qui notiamo sulla sinistra un piccolo memoriale in ferro e sulla destra una rampa parzialmente cementata che scende verso una piccola radura dove si trova una rampa in legno usata per il decollo dei deltaplani. Il panorama che si gode da questo punto è indubbiamente il più spettacolare tra tutti quelli descritti in questo sito . Un piccolo ricovero in pietra con tetto in legno dotato di panche rende il posto ancor più suggestivo .
Riprendiamo a pedalare in leggera salita fino all’altezza di una curva secca verso sinistra dove la strada spiana. Ci troviamo nella bella radura di Krnica dove sono presenti una casa ed altre costruzioni . Tralasciamo la diramazione di destra che porta verso il M.te Caven, il M.te Kucelj ed il rifugio Antona Bavčerja e proseguiamo dritti. Dopo poco più di 1 km pedalato praticamente in piano la strada si impenna, il fondo ritorna asfaltato e con pendenze impegnative ci porta su una sella (segnaliamo, poche decine di metri prima della sella, un’interessante strada forestale a sinistra che porta in cima al M.te Mrzovec, interessante punto panoramico sulla valle di Lokve).
Sulla sella tralasciamo la diramazione di destra e scendiamo ancora su asfalto procedendo verso nord. Dopo un centinaio di metri fermiamoci in prossimità di una tabella informativa ad ammirare il Monumento Naturale Smrečje . Si tratta di un avvallamento boscoso glaciale carsico dove è ben visibile l’inversione vegetazionale dovuta all’inversione termica. L’abete bianco ed il faggio cedono infatti gradualmente il posto all’abete rosso che predilige climi più freddi. Qui le temperature possono scendere sotto lo zero anche in luglio a causa della persistente presenza di aria fredda. Dal punto di osservazione in cui ci troviamo la vista spazia su un’area totalmente priva di fattori di antropizzazione che nel suo piccolo può essere associata alle immense distese boschive canadesi.
Dopo aver ammirato questa meraviglia rimettiamoci in sella e procediamo in discesa. Il fondo asfaltato termina e poche centinaia di metri più avanti giungiamo ad un ampio slargo dove troviamo un cartello multi-lingue che descrive le caratteristiche dell’area naturale di Smrečje. Procediamo verso sx, direzione nord-est. Dopo un breve strappo iniziale e alcuni saliscendi attraversiamo una bellissima radura prativa . Affrontiamo poi un tratto di salita più impegnativa che ci porta sulla sella sopra la Mala Lazna che raggiungiamo dopo una breve discesa.
La Mala Lazna è una delle rare vallette prative della Selva di Trnovo . E’ un posto molto frequentato in estate per il picnic e per fuggire dal caldo afoso della pianura. Una rustica locanda ai margini della radura offre ristoro agli escursionisti.
In fondo al rettilineo svoltiamo a dx e procediamo sulla sterrata principale tralasciando tutte le diramazioni. La pendenza aumenta progressivamente ed arriviamo allo slargo in prossimità di una curva secca verso sinistra da cui si diparte il largo sentiero (sbarra, divieto per le biciclette) che conduce alla grotta Ledenica.
Ci troviamo all’interno della Riserva Naturale Paradana che comprende un complesso di 3 grotte di ghiaccio. Dall’area picnic (tavolo, panche e tabella informativa) un sentiero attrezzato con una corda metallica consente di scendere ripidamente all’ingresso della grotta principale, la Ledenica . Tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900 il ghiaccio veniva estratto e inviato a Trieste, Vienna, Budapest e persino ad Alessandria d’Egitto. Al giorno d’oggi il volume del ghiaccio è ridottissimo a causa degli inverni molto meno nevosi e delle estati precoci e più miti.
Risaliamo per ritornare sulla strada forestale e riprendere a pedalare. La pendenza ed il fondo si fanno piuttosto impegnativi e dopo circa 700 m di fatica raggiungiamo un incrocio a T (indicazioni della pista di fondo): andiamo a sx (più tardi ripasseremo di qui). Dopo circa 300 m superiamo un’abitazione abbellita da alcune sculture ed opere in legno .
Procediamo in falsopiano per quasi 2 km fino a raggiungere il “belvedere” sulla Smrekova draga, la dolina più grande (lunga più di 1 km) e profonda dell’altopiano . La dolina di forma ellittica, un tempo detta Valle dell’Abete Rosso o di Sant’Anna o ancora dell’Abetaia, è caratterizzata dall’inversione termica e di conseguenza anche vegetazionale: il faggio prevale ai margini, scendendo troviamo gli abeti bianchi e rossi ed il fondo è ricoperto da pini mughi. Il tutto in soli 200 metri di dislivello quando invece sulle Alpi sono necessari anche 1000 metri di dislivello perché ciò possa avvenire (il pino mugo ad es. solitamente si trova oltre i 1800 m di quota). Inoltre, come detto, il passaggio attraverso le fasce di vegetazione è inverso e proprio per questo la Smrekova Draga è così particolare.
Ripercorriamo a ritroso la forestale fino all’incrocio a T precedentemente descritto e qui procediamo dritti. Da questo punto 2 km circa di sterrata ben battuta e in leggera discesa ci portano nel punto in cui si diparte a sx la ripidissima rampa, lunga circa 300 m, che termina nei pressi del Rifugio Golaki (Iztokova Koča pod Golaki) . Il rifugio si trova proprio al centro della foresta, sul lato sud-ovest del Mali Golak, la vetta più alta della foresta di Trnovo con i suoi 1495 m s.l.m. ricoperta dal salceto nano e dal pino mugo. Costruito dal PD Ajdovščina ed aperto il 10 settembre 1950, il rifugio prende il nome da Ivan Turšič - Iztok (1922-1944), comandante della 30^ divisione del NOV Slovenije, che cadde durante l'offensiva tedesca vicino a Lokev. Il rifugio offre servizio di ristoro ed anche 11 posti letto in uno spazio condiviso dotato di servizi igienici e doccia. L’area esterna è attrezzata con tavoli e panche ed una zona è dedicata al parcheggio delle biciclette. Imperdibile l’offerta culinaria con prodotti tipici (minestre, salsicce, selvaggina, ecc.) da accompagnare con un bel boccale di classica birra slovena.
Ripercorriamo a ritroso in ripida discesa la rampa e raggiungiamo uno slargo da cui si dipartono vari sentieri e sterrate. Procediamo dritti in discesa sulla forestale più ampia tralasciando tutte le diramazioni. Dopo alcune centinaia di metri la pendenza si inverte decisamente perché dobbiamo riguadagnare la quota persa. Giunti al termine di questo tratto di salita la forestale scende con begli scorci panoramici e termina sull’ampia strada sterrata che collega Predmeja a Lokve : procediamo verso dx in discesa.
Terminata la discesa riattraversiamo la Mala Lazna e stavolta, in fondo al rettilineo, svoltiamo a sx in direzione del Passo dei Turchi dove, secondo la tradizione popolare, i guerrieri Turchi vi transitarono durante le loro incursioni del XVI secolo.
In leggera salita raggiungiamo il passo. Tralasciamo le varie diramazioni che incontriamo e rimaniamo sulla larga sterrata che inizia a scendere. La veloce discesa è totalmente immersa nel bosco da cui usciamo proprio in località Lovke dove ritroviamo l’asfalto . Da qui, in leggera discesa, ritorniamo al punto di partenza di questo “selvaggio” itinerario.