Premessa
Questo itinerario percorre le pendici di uno dei luoghi simbolo delle battaglie che si sono svolte sull'Isonzo e sul Carso durante il primo conflitto mondiale: il Monte San Michele. Il territorio compreso tra il Carso di Doberdò e quello di Comeno è un vastissimo Museo all’Aperto della Grande Guerra sul Carso dove svariati itinerari e percorsi tematici, corredati da ricchi pannelli informativi , consentono di ripercorrere il contendersi di queste terre da parte degli eserciti italiani ed austro-ungarici. L'area più suggestiva attraversata dal percorso è il sito delle trincee e delle fortificazioni del Monte Brestovec (Brestovi) nei pressi di San Michele del Carso. Il sito è stato recuperato e valorizzato nel 2012 e viene da molti considerato come il più bello e importante del suo genere su tutto il fronte orientale .
Dal 1947 il confine italo-jugoslavo ha rappresentato uno dei tratti dell’impermeabile cortina di ferro che divideva il blocco occidentale da quello comunista. La Guerra Fredda e il conseguente timore di un’invasione da est ha fatto si che su tutto il confine orientale, isontino compreso, venissero costruite numerosissime strutture militari d’ogni genere. Dopo la caduta del muro di Berlino la maggior parte di queste strutture sono state dismesse. Molte caserme sono in stato di abbandono ed attendono di essere valorizzate e recuperate. Su alcune strutture invece vige tuttora il segreto militare.
Dal giugno 2015, per merito di un comitato di volontari in seno all'Associazione Nazionale Fanti d'Arresto e per convenzione con la Provincia di Gorizia, conduttore del bene in locazione dall'Agenzia del Demanio, una di queste strutture è stata oggetto di restauro. Si tratta del
“Bunker San Michele” (in termini tecnici PCO ovvero “Posto Comando Osservatorio”) che si trova nelle viscere del monte Škofnik . E’ costruito su due piani e le sue dimensioni e la sua struttura sono importanti; contiene infatti due ricoveri , vari locali tecnico-logistici, un deposito carburanti, l’osservatorio ; il tutto chiuso da un sistema di porte stagne . Complimenti vivissimi al comitato di volontari (richiedi informazioni) che ha creduto nella valorizzazione a scopo turistico di questo importante testimone della Guerra Fredda!
Restando in tema di caserme e di tutto ciò che si è sviluppato attorno ad esse anche sotto il profilo sociale, un plauso va alle mostre
“Soldati - quando la storia si racconta con le caserme” (2016, sala espositiva della Fondazione Carigo) e “Il Secolo Lungo” (2014-2015, Museo Santa Chiara di Gorizia e successivamente all’interno di Palazzo Madama a Roma). Tanti goriziani auspicano che tali mostre trovino una collocazione permanente (ad esempio all’interno di una caserma dismessa) perché sono degne di un museo civico.
Carso 2014+ è il progetto nato dalla volontà della Provincia di Gorizia che ha come scopo quello riscoprire il Carso (dallo sloveno kras o krs che significa roccia, pietra) come luogo in cui si fondono elementi unici del paesaggio e della memoria storica legata ai siti che furono teatro della prima guerra mondiale. Alcuni percorsi tematici intendono valorizzare la storia, la memoria e l’ambiente circostante e promuovere un turismo culturale consapevole delle vicende storiche e delle risorse ambientali e paesaggistiche del territorio.


Galleria Fotografica

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Altimetria


Descrizione
Punto di partenza di questo itinerario è il parcheggio di fronte all'ex hotel ristorante “Da Tommaso” in località Gabria. Per raggiungerlo si esce da Gorizia seguendo le indicazioni per Trieste.
Usciamo dal parcheggio e procediamo in direzione sud verso Trieste fino allo spartitraffico (km 0,4) dove giriamo a dx. Oltrepassiamo la strada, percorriamo via Tomasseo per pochissimi metri e svoltiamo alla prima a sx: inizia il sentiero 71. La pendenza si fa subito ripida ed il fondo di pietre rende la pedala difficoltosa. Al km 0,9 la pendenza diminuisce leggermente ma è il fondo a divenire più accidentato. La costante ascesa termina al km 1,9 ad un quadrivio: delle tre alternative che abbiamo di fronte scegliamo quella centrale seguendo la direzione "Brestovec, Cotici" del cartello che indica due diverse opzioni del Percorso storico del Brestovec .
Al km 2,1, poco prima di una dolina circondata da una staccionata
, svoltiano a dx. Poche pedalate sono sufficienti per raggiungere il Rifugio Speleo, di fronte al quale giriamo a sx in discesa su fondo cementato. Si continua poi su sterrato in discesa fino al muro di cinta di una casa (km 2,4), superato il quale svoltiamo a dx su asfalto e subito dopo, allo stop, giriamo a sx. Percorriamo 150 m e giriamo a dx (km 2,6) in leggera salita. Superiamo l'area ricreativa di Cotici inferiore, affrontiamo subito dopo un breve tratto in discesa e raggiungiamo, ancora in salita, lo stop (km 2,9). Continuiamo verso dx e pedaliamo fino al cimitero (km 3,1), prima del quale abbandoniamo l'asfalto e giriamo a sx. Subito di fronte a noi si presenta un bivio: teniamo la dx e affrontiamo la durissima sterrata in salita .
La salitona termina al km 3,5 dove incontriamo un bivio
: deviamo a sx in salita (fra pochi minuti prenderemo la diramazione di destra). Poche decine di metri più avanti assecondiamo un tornantino verso sx e raggiungiamo quindi uno slargo. Ci troviamo poco sotto la sommità del Monte Skofnik nelle cui viscere, come detto nell'introduzione, si trova un bunker molto articolato e di importanti dimensioni . Il monte era un ottimo punto di osservazione e controllo della soglia di Gorizia.
Ritorniamo dove abbiamo lasciato la nostra due ruote, risaliamo in sella e ripercorriamo a ritroso i 100 metri fino al bivio di prima (km 3,7) dove svoltiamo a sx. Circa 150 m ci separano dal successivo trivio, contraddistinto da alcuni cartelli (km 3,9): giriamo a dx. Percorriamo questo divertente tratto in leggera discesa ed arriviamo ad un quadrivio (km 4,3) dove svoltiamo nettamente a sx: siamo sull'ampio
sentiero 73 che percorre le pendici meridionali del Monte San Michele . Tralasciando tutte le diramazioni, al successivo bivio (km 4,6) teniamo la dx e seguiamo sempre in salita i segnali bianco-rossi. Al termine dell'ascesa (km 5,0), sotto i cavi della linea elettrica, imbocchiamo a dx uno stretto sentiero all'inizio del quale è presente un cartello con l'indicazione "Debela Griza" .
Dopo un centinaio di metri percorsi a serpentina dentro la boscaglia usciamo su un prato
; continuiamo sempre sul sentiero che ad un certo punto svolta repentinamente a dx e si infila tra gli arbusti. Pochissimi metri di rampa pedalabile solo dai funamboli e incrociamo un ampio sentiero (Percorso dei Cippi ) di fronte all'ingresso dello Schonburgtunnel (km 5,2): svoltiamo a sx. Oggi purtroppo il tunnel è franato ma durante il primo conflitto mondiale permetteva di attraversare il monte e raggiungere il versante opposto oltre ad essere adibito a ricovero per i soldati dell'esercito austro-ungarico.
Alcuni brevi strappi ci conducono al punto più alto dell'itinerario, proprio di fronte alle bocche delle cannoniere della prima guerra mondiale
(km 5,4) scavate nella dura roccia carsica sotto la cima del Monte San Michele. A destra notiamo il percorso cementato realizzato per consentire la visita dell’area monumentale anche alle persone con disabilità. Giriamo a sx e percorriamo il sentiero panoramico (una deviazione sulla destra in salita porta proprio ai cippi di vetta). Poco più avanti (km 5,5) ecco un terrazzo panoramico dal quale è possibile ammirare praticamente tutto il Carso isontino che si protende verso il mare e la parte più occidentale del Carso sloveno, separati dalla spaccatura del Vallone . Scendiamo lungo il percorso cementato, superiamo un ampio piazzale (a sinistra un sentiero porta in breve alla Cima 4 mentre a destra scorgiamo i vari ingressi alle gallerie delle cannoniere ) e percorriamo un vialetto di cipressi. Esso ci conduce verso l'edificio che ospita il Museo del San Michele (km 5,7).
Nel 2018 il
Museo del San Michele è stato completamente rinnovato ed oggi, mediante innovativi strumenti multimediali interattivi (touch screen, visori 3D, realtà virtuale ed aumentata), offre un’esperienza immersiva davvero unica nel suo genere; un vero e proprio viaggio sul fronte isontino durante la Grande Guerra. Il biglietto d'ingresso al museo include anche la visita delle cannoniere del San Michele , un sistema di gallerie scavate nella roccia dove venivano posizionati cannoni a lunga gittata in posizione protetta.
Dal piazzale antistante il museo, dopo troviamo vari cippi commemorativi ed alcuni cannoni , si accede ad un’altra terrazza panoramica che offre una meravigliosa vista sulla vallata dell'Isonzo, sulla Pianura Friulana, sul Collio e sulle Alpi .
Dal piazzale scendiamo su asfalto verso ovest in direzione San Martino del Carso. Facciamo molta attenzione dopo 300m (km 6,0) perché dobbiamo abbandonare l'asfalto e imboccare sulla dx il
sentiero 76 . Dobbiamo ora essere molto prudenti perché il chilometro di discesa che stiamo per affrontare è molto dissestato e metterà a dura prova le nostre braccia. Il tratto più sconnesso della discesa termina in prossimità di un incrocio a T ai margini di una bella radura (km 7,1): giriamo a sx sul tratturo in discesa. Dopo un tratto in piano raggiungiamo un bivio (km 7,6) dove svoltiamo a sx in discesa su strada bianca più ampia (siamo ancora sul segnavia 76). Raggiungiamo molto velocemente un incrocio a T (km 8,1) contraddistinto dal cartello del percorso vita "Il Sommaco": svoltiamo a sx e subito dopo teniamo la dx per continuare a seguire il sentiero 76 su salita di medio impegno. Al km 8,6 teniamo la dx e affrontiamo un centinaio di metri di salita più dura che ci consente di raggiungere la strada comunale che collega i paesi di Poggio Terza Armata e San Martino del Carso (km 8,7): attraversiamola e continuiamo diritti in salita sul sentiero 76, ignorando l'immediata diramazione di destra.
La costante ascesa su ampio sentiero
ci porta ad un bivio (km 9,4): prendiamo la diramazione di sx in salita abbandonando così il sentiero 76 che invece scende a destra. Alzandoci di pochi metri e voltando lo sguardo verso NO possiamo godere di un bel panorama su Gradisca d’Isonzo ed il colle di Medea sullo sfondo ; voltandolo verso SO ecco la bassa pianura isontina e friulana . Ancora poco più un centinaio di metri di salita e siamo su uno stupendo pianoro (km 9,6) dal quale si gode un ampio panorama della pianura isontina e friulana , del Collio, delle Alpi, del Carso e del Monte San Michele dal quale siamo scesi poco fa. Al km 10,0, in prossimità di un cartello che riporta la scritta "SMAR002z", abbandoniamo il tratturo che prosegue evidente davanti a noi e svoltiamo a dx passando sotto i cavi dell'alta tensione. Subito dopo inizia la discesa al termine della quale (km 10,4) incontriamo un incrocio a T: andiamo a sx-giù. Lo sterrato prosegue con alcuni saliscendi. Tralasciamo tutte le varie diramazioni (due più evidenti scendono a destra al km 10,7 e 10,8) e al km 11,1 saliamo sull'asfalto in prossimità di alcune abitazioni di recente realizzazione: siamo a San Martino del Carso. Continuiamo dritti fino allo stop (km 11,3). Andando a dx per poche decine di metri si raggiunge il Museo privato "Ricordi della Grande Guerra". Attraversiamo la strada e dirigiamoci verso la chiesa . Interessanti sono alcune abitazioni con le pareti esterne decorate a murales .
Subito dopo la parrocchiale teniamo la dx, ignoriamo un paio di vie laterali sulla destra e usciamo dal paese. Subito dopo una curva sinistrorsa, imbocchiamo sulla sx un sentierino (km 11,9) che si infila tra gli arbusti contraddistinto da un cartello di divieto d'accesso
. Questo tratto tecnico molto divertente fiancheggia al km 12,3 una vasta dolina sulla sinistra, in gran parte tappezzata di alberi e arbusti. Subito dopo (km 12,6) davanti a noi si apre un magnifico prato . Proseguiamo sul sentiero che si infila tra gli arbusti fino ad una sbarra che oltrepassiamo. A sinistra scorgiamo l'ingresso della grotta Pecina , utilizzata dall’esercito austro-ungarico come ricovero per i militari. Proseguiamo sull’ampia sterrata in leggera salita (segnavia 71) e subito dopo ritroviamo l’asfalto all’altezza del minuscolo borgo di Case Neri (km 13,0).
Affrontiamo un breve strappo in salita, scolliniamo e percorriamo in discesa un centinaio di metri prima di abbandonare l'asfalto (km 13,3) e prendere a sx la sterrata con segnale di divieto d'accesso (tralasciamo subito la diramazione di destra che porta ad un casotto di caccia
). Al km 13,6 tralasciamo un paio di diramazioni sul lato sinistro e teniamo la dx seguendo la carrareccia più evidente. Proseguiamo in salita fino al bivio già incontrato un po' di km fa (km 13,9) dove andiamo a dx-dritti (ora percorreremo a ritroso il tratto già affrontato all'andata fino a giungere nei pressi del Rifugio Speleo).
Dopo un breve tratto in piano inizia la discesona verso il cimitero di
San Michele del Carso dove incontriamo l'asfalto (km 14,4): giriamo a dx-giù. Al successivo bivio (km 14,6) deviamo a sx, affrontiamo un breve tratto in leggera salita, poi uno in discesa e al successivo stop (km 14,9) svoltiamo a sx. Percorriamo circa 200 m (km 15,1), giriamo a dx e poche decine di metri più avanti giriamo a sx su sterrato. Dopo alcune centinaia di metri la pendenza si inasprisce per alcune decine di metri. Raggiungiamo così un bivio (km 15,3) dove andiamo a dx-su e poche decine di metri oltre aggiriamo in senso orario una piccola dolina transennata e imbocchiamo sulla dx un tratturo contraddistinto da un cartello di divieto d'accesso.
Al km 15,7 si esce dal bosco e la strada corre sinuosa di fronte a noi
in un magnifico scenario tipicamente carsico .
Poco più avanti, per comodo sentiero che si diparte dal lato sinistro della carrareccia, si accede ad uno dei siti del
Percorso Storico del Brestovec in cui sono stati recuperati circa 250 m di trincee ed alcune fortificazioni che vanno dalla preistoria fino al secondo dopoguerra. Scendiamo dalla bici e percorriamo a piedi questo spettacolare sistema trincerato caratterizzato da un andamento zigzagante, con frequenti contrafforti e feritoie .
Torniamo in sella e riprendiamo a pedalare sul tratturo sino al km 16,4 ove incontriamo un bivio a T: proseguiamo a dx.
Dopo alcuni metri in piano, affrontiamo una difficile ma per fortuna brevissima rampa che porta ad una sorta di piazzale pietroso (km 16,5) dove troviamo alcuni cartelli informativi e varie indicazioni. Imbocchiamo il tratturo che si diparte a dx. Iniziamo così un piccolo circuito che rappresenta la parte più affascinante dell'interno percorso.
Dopo un centinaio di metri notiamo sulla sinistra l'imbocco del sentiero
che porta alla cima del Monte Brestovec ove nel periodo del bronzo medio (tra il 1.700 e il 1.300 a.C) fu costruito un castelliere. Parcheggiano la bici ed a piedi raggiungiamo la vetta da cui si gode un panorama molto ampio sul Carso isontino e sloveno.
Torniamo nuovamente in sella e dopo poche decine di metri giungiamo ad un bivio a T (km 16,7) ove giriamo a sx (siamo sul
sentiero 74). Percorsi circa 100m giungiamo presso l'ingresso della galleria delle cannoniere del monte Brestovec , che si sviluppa sotto la cima del monte per circa 150 metri. L'ingresso della galleria è caratterizzato da un pesante cancello semi aperto con "decorazioni" a mo' di filo spinato (le ritroveremo anche all'interno). La galleria, scavata tra il gennaio e l'agosto del 1917 e probabilmente mai utilizzata, è perfettamente pianeggiante e percorribile tranquillamente anche in sella. E' inoltre illuminata a sufficienza dalla luce naturale che penetra all'interno dalla ampie bocche rivolte verso est. Vi consigliamo però di accompagnare la bici a piedi per ammirare con attenzione le semplici e suggestive installazioni in metallo realizzate nelle 8 sale delle postazioni di tiro. Esse prendono spunto da alcuni graffiti rinvenuti in loco inneggianti in particolar modo alla pace ("Voliamo la pace" è il più poetico).
Usciamo dalla galleria
e ci ritroviamo sul piazzale pietroso di prima (km 17,0) . Un'esperienza emozionante ed unica!
Proseguiamo dritti, affrontiamo in discesa la rampa di prima e raggiungiamo il bivio a cui siamo arrivati in precedenza da sinistra (km 17,1): andiamo a dx-giù, sempre su
segnavia 74 . Al km 17,4 raggiungiamo il tornante di una più ampia carrareccia e proseguiamo dritti sempre in discesa e sempre sul segnavia 74. La discesa è veloce e divertente (attenzione però agli insidiosi canali di scolo delle acque piovane), si immerge in un bel bosco di pini e dopo 3 tornanti ci porta sulla SS55 del "Vallone" (km 18,4). Giriamo a sx e pedaliamo sulla statale fino all'arrivo (km 19,5).